Analisi del microbiota

E’ interessato chi:

  • Chi soffre  di disturbi intestinali, metabolici o ha la tendenza ad ingrassare

  • Chi ha infezioni vaginali e/o cistiti ricorrenti

Con il termine microbiota si definisce il complesso di tutti i microrganismi (batteri, funghi, protozoi e virus) che popolano il corpo umano nei sui vari distretti (cavo orale, stomaco, intestino, orecchio, naso, polmoni, vie urinarie, vagina, pelle). L’organismo umano infatti non è un ambiente sterile: sia sulla sua superficie sia al suo interno è presente una grande varietà di microbi con cui vive in equilibrio e che contribuiscono a determinare il suo stato di salute. L’insieme del patrimonio genetico del microbiota è detto microbioma.

Il microbiota agisce come uno scudo contro i patogeni che potrebbero invadere pelle, cavo orale, tubo digerente e vagina. La sua robustezza influenza lo stato di salute, e si tratta di un elemento fondamentale per lo sviluppo del sistema immunitario e dell’immunotolleranza. Inoltre il microbiota gioca un ruolo fondamentale nella digestione e nell’assorbimento di alcuni componenti del cibo (fibre e minerali), nella sintesi di alcune vitamine e aminoacidi, nella produzione di sostanze che regolano le risposte immunitarie e metaboliche, nella detossificazione di sostanze potenzialmente nocive (inclusi cancerogeni) e nell’inattivazione di alcuni farmaci.

In alcune situazioni, però, i patogeni possono prendere il sopravvento, proliferando fino a scatenare disturbi anche al di fuori dell’apparato digerente, come infezioni delle vie urinarie o vaginosi batteriche.

L’analisi del microbioma può aiutare a promuovere un buono stato di salute e a prevenire o affrontare patologie intestinali (coliti o diarree ricorrenti), sistemiche (obesità e sindrome metabolica), vaginali (vaginiti e/o infezioni vaginali) e uretrali (cistiti ricorrenti).

Il profilo che si ottiene non rappresenta la diagnosi di una patologia ma permette, con la consulenza di medici e nutrizionisti qualificati, di mettere a punto un piano alimentare atto a correggere un eventuale disequilibrio nel microbiota e di valutare l’opportunità di ricorrere all’assunzione di specifici integratori alimentari.

Microbiota Intestinale

Con il termine microbiota intestinale si definisce la comunità microbica del tratto enterico costituita prevalentemente da batteri, ed in minor percentuale da lievitiparassiti e virus. Quando queste comunità vivono in equilibrio vi è una condizione definita di eubiosi

Sono quattro i principali Phyla che compongono queste comunità batteriche: FirmicutesBacteroidesProteobacteria e Actinobacteria. Alcuni tra i loro generi maggiormente rappresentati sono di seguito elencati:

  • Firmicutes (Gram-positivi); almeno 250 generi tra cui: MycoplasmaBacillusClostridiumDoreaFaecalibacteriumRuminococcus, EubacteriumStaphylococcusStreptococcusLactobacillusLactococcus,EnterococcusSporobacter Roseburia.
  • Bacteroidetes (Gram-negativi); oltre 20 generi tra cui: BacteroidesPrevotellaCorynebacterium.
  • Proteobacteria (Gram-negativi): EscherichiaKlebsiellaShigellaSalmonellaCitrobacterHelicobacterSerratia.
  • Actinobacteria (Gram-positivi):  BifidobacteriumCollinsellaEggerthellaPropionibacterium

Firmicutes e Bacteroides rappresentano circa il 90% delle specie batteriche presenti a livello intestinale e molto spesso, negli ultimi anni, la ricerca ha dimostrato come il variare del rapporto tra questi due phyla faciliti e promuova uno stato di disbiosi che può essere correlata a malattie non soltanto dell’apparato digerente, ma anche, solo per citarne alcune, a diabete, a malattie infiammatorie intestinali ed a obesità.

In particolare:

  • un rapporto superiore alla norma è indicativo di disbiosi fermentativa e predisposizione all’obesità (> 3:1 – prevalenza netta di Firmicutes);
  • un rapporto inferiore alla norma è indicativo di disbiosi putrefattiva e presenza di stati infiammatori intestinali (< 1:1 – prevalenza netta di Bacteroidetes).

Cosa posso fare in caso di un risultato positivo?

  • Tramite consulenza di medici e nutrizionisti qualificati mettere a punto un piano alimentare atto a correggere un eventuale disequilibrio nel microbiota
  • Valutare l’opportunità di ricorrere all’assunzione di specifici integratori alimentari.

Microbiota vaginale

Il termine “microbiota vaginale” si riferisce all’insieme di microrganismi che normalmente sono presenti a livello vaginale.

Il microbiota vaginale non è un ambiente statico, anzi, cambia la sua composizione nei momenti chiave della vita di una donna (nascita, pubertà, età fertile, gravidanza, allattamento e menopausa).

In condizioni di eubiosi, cioè quando il microbiota vaginale è sano  e in equilibrio, i lattobacilli, responsabili del mantenimento del pH acido, rappresentano la popolazione di batteri dominante (≥ 90%).

Questi batteri derivano il loro nome dalla caratteristica capacità di produrre acido lattico, grazie al quale il pH vaginale è mantenuto a valori compresi fra 4.0 e 5.0. La prevalenza dei lattobacilli a livello vaginale costituisce un importante difesa contro le infezioni.

Numerosi studi della letteratura scientifica internazionale hanno riportato che quando il microbiota vaginale perde il suo equilibrio (disbiosi vaginale) si possono verificare: infezioni vaginali (candidosi, infezioni batteriche), vaginiti, rischio aumentato di parto pretermine nelle donne in gravidanza, problemi di fertilità.

Inoltre, è stato visto che la perdita di specie di lattobacilli dotati di funzioni protettive aumenta non solo il rischio di infezioni vaginali, ma anche il rischio di infezioni delle vie urinarie.

Il test del microbiota vaginale è importante soprattutto per indagare situazioni di infezioni croniche o ricorrenti, come vaginiti o cistiti, o anche fastidi vulvovaginali aspecifici per i quali i comuni rimedi locali non hanno portato beneficio. Inoltre, può essere utile per la prevenzione di numerose infezioni o fattori di rischio, come ad esempio in gravidanza, anche in donne senza evidente sintomatologia.

Cosa posso fare in caso di un risultato positivo?

  • Tramite consulenza di medici e nutrizionisti qualificati mettere a punto un piano alimentare atto a correggere un eventuale disequilibrio nel microbiota
  • Valutare l’opportunità di ricorrere all’assunzione di specifici integratori alimentari.
  • Si consiglia l’esecuzione di un tampone microbiologico per la ricerca di eventuali batteri patogeni e/o miceti lievitiformi (candida)
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